Benvenuti nell’università della/nella crisi
Ebbene sì, l’estate è ormai agli sgoccioli e anche a lettere ci si appresta ad accogliere le nuove matricole, cioè tu che leggi questo volantino, con il test di autovalutazione: un modo per introdurti nel magico mondo universitario, per mostrarne l’assoluta efficienza e la professionalità, per passare una giornata in compagnia nelle torride mattinate di settembre.
Sembra tutto bellissimo, ma come spesso accade…l’apparenza inganna. Questo test in teoria dovrebbe servire a evidenziare le lacune della tua preparazione; ma davvero si può credere che un test di mezzora con venti domande a crocette modello Settimana Enigmistica, a metà fra il banale e il trabocchetto, certifichino alcunché? Ma anche ammesso lo faccia, una volta non passato il test, davvero si può credere che un corso di recupero di grammatica italiana ti trasformi in uno studente modello? Sinceramente ne dubitiamo.
Se le sue funzioni didattiche ci appaiono nebulose, altre sono più chiare.
Che esso sia il preludio per un futuro arrivo di veri test a numero chiuso, parto mentale di tutti quelli amanti della “meritocrazia” che decidono il futuro dell’istruzione pubblica, è cosa abbastanza probabile.
Inoltre, anche raggranellare qualche soldo, vista la situazione economicamente precaria dell’università italiana, non fa mai male. Sinceramente però 30 euro per mettere a disposizione di una matricola potenziale (che pagherà in seguito anche 2000 euro di tasse) un computer scassato e venti domandine sulle doppie ci paiono un po’ troppi.
Inoltre il test è perfetto come “specchietto per le allodole”: serve a dare all’università una patente di serietà e di qualità buona da spendere su arrabattate classifiche di atenei che riempiono le pagine di qualche quotidiano o ai fini di discutibili parametri di qualità e produttività. Serve per nascondere quanto il livello culturale dei nostri atenei stia scadendo fino a farli diventare una sorta di dopo liceo alla mercé di privati a cui la recente riforma ha dato la possibilità di entrare nei consigli di amministrazione con funzioni direttive.
Nelle nostre facoltà tutto sta diventando sempre più finalizzato all’apparire, a rivestire con qualche patina dorata vagamente kitsch un’istituzione che fa acqua da tutte le parti. Si preferisce spendere i pochi soldi disponibili per guardie giurate armate, per telecamere e tornelli o magari per schermi enormi su cui scorrono informazioni inutili, piuttosto che per comprare qualche libro per le biblioteche, per offrire agli studenti qualche attrezzatura realmente funzionale (come le prese per i computer nelle sale studio) o per aprire alcuni spazi della facoltà in orario serale o festivo.
Il test è uno dei tanti sintomi di una malattia che sta uccidendo tutti gli atenei pubblici italiani e per voi è la porta per entrare in questa università in crisi nel bel mezzo della crisi. Prostrata dai continui tagli dei finanziamenti statali che ne mettono a rischio il funzionamento quotidiano, sconquassata da riforme senza fine che cercano soltanto di assoggettarla agli imperativi del sistema economico capitalista, indebolita ulteriormente dalla cecità di molti docenti, dalla malagestione e dai giochi di potere baronali, l’università tira avanti con sempre maggiore difficoltà, tappando un buco oggi sapendo benissimo che domani se ne apriranno altri cinque.
Noi vi chiediamo soltanto di non abbassare la testa, di non tirare dritto per la vostra strada che vi porterà a una laurea inutile, buona soltanto ad allenarvi a un futuro fatto di precarietà e di sfruttamento.
C’è bisogno di tutti voi per portare avanti e imporre un’idea di università diversa da quella che oggi ci troviamo costretti a subire, un supermercato di nozioni, imbellettato qua e là per nascondere la sua fatiscenza, in cui gli esami sono crediti, le tesi prove finali, gli studenti utenti.
Mi togli una curiosità: dove li metteresti tu i tornelli? A Novoli i tornelli stanno all’entrata della biblioteca, ma a lettere le aule e la biblioteca stanno nello stesso posto. E lo sai tu che le lezioni sono pubbliche e aperte anche a chi non è studente? Forse non lo sai, tanto a tu delle lezioni non importa nulla; ti importa solo di comprarti una laurea … beh non importa che vieni a lettere, puoi comprartela in qualche università privata.
Ma ammettiamo che metti i tornelli all’ingresso del complesso della biblioteca, li metti anche in Ex Architettura? Perchè sennò lo “spiacevole evento” si può spostare nei bagni di ex-architettura. Ma ammettiamo che metti i tornelli anche lì, li metti anche nelle aule di via degli Alfani? Perchè sennò lo “spiacevole evento” si può spostare nei bagni di via degli Alfani.
Una buona idea su dove potresti mettere i tornelli ce l’ho, ma me la tengo per me.
Per evitare che la gente muoia di overdose non servono i tornelli; serve una seria politica di riduzione del danno per quanto riguarda tossicodipendenze come quella dell’eroina. Per la zona di Piazza Brunelleschi non servono guardie giurate, ma politiche urbanistiche che facciano rivivere l’area strappandola al suo ruolo di ghetto per chi viene emarginato dalle vie della Firenze bene.
Sinceramente, poi, mi pare veramente disgustoso che tu chiami la morte di una persona uno “spiacevole evento”; ma ti rendi conto di quello di cui stai parlando? Sei tu, con il tuo fascismo e la tua indifferenza, a essere il vero corresponsabile di quello che è accaduto.
Vergognati, davvero
Forse con dei tornelli si sarebbe evitato quest’ultimo spiacevole evento di un estraneo all’Università morto di overdose in uono dei bagni!! Siete corresponsabili di questo, levatevi dai cogl*oni!!