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#IODECIDO contro i gruppi di preghiera antiabortisti 1° MARZO

Proseguiamo l’azione di contrasto ai gruppi di preghiera organizzati da movimenti no-choice davanti agli ospedali ( qui l’elenco dei luoghi http://no194.org/ ).
Questi gruppi hanno il fine di intimorire e colpevolizzare le donne che scelgono della loro vita.
Non possiamo tollerare questo attacco continuo, organizzato e massiccio alla nostra autodeterminazione quindi come il 4 gennaio, come il 1 febbraio urliamo ancora una volta con la nostra presenza DALLE 10.30 ALLE 13 DAVANTI A CAREGGI

Dal 20 dicembre è in corso nello Stato spagnolo un grave attacco al diritto all’aborto e dell’autodeterminazione. Il Partito Popolare di destra ha reso pubblica la bozza della legge “della protezione della vita del nascituro e per i diritti della donna gravida”; il movimento femminista spagnolo e un ampio settore della società affermano che se tale legge venisse approvata sarebbe il più grave attacco nell’ambito dei diritti sessuali e riproduttivi della donna dal periodo di Franco.
Le voci levatesi nello Stato spagnolo sono tantissime e all’oggi il movimento nelle sue varie articolazioni lotta fermamente per bloccare questa legge ed invita le realtà internazionali a sostenere in varie forme questa battaglia che ci riguarda tutte.
Riteniamo che se questa legge venisse approvata rappresenterebbe, inoltre, anche un precedente per gli altri stati per intraprendere simili percorsi.
Anche in Italia la libertà di aborto e di autodeterminazione delle donne è costantemente messa a repentaglio dagli attacchi alla possibilità concreta di rendere accessibile l’aborto. In questo senso vanno letti la chiusura dei consultori, la presenza dei movimenti per la vita in quelli rimasti e l’alta percentuale di obiettori presenti nei presidi medici.
http://www.communianet.org/category/categorie/gender-and-lgbit

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#22F NO TAV OVUNQUE! Chiara,Claudio,Nicco,Mattia liber*

La Firenze attiva e resistente che si batte per la difesa del territorio, per il diritto alla casa, per la dignità dei migranti, contro le privatizzazioni dei servizi e dei beni comuni, che lotta per un lavoro dignitoso e non vessato da ricatti e sfruttamento aderisce all’appello lanciato per il giorno 22 febbraio dal Coordinamento dei comitati del movimento NO TAV per una giornata di mobilitazione e di lotta ognuno nel proprio territorio.

Esprimiamo solidarietà ai quattro no tav Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò arrestati con l’accusa di ‘attentato con finalità di terrorismo’ per aver danneggiato un compressore.
Siamo vicine/i alle altre donne e uomini imputati, sottoposti a restrizioni e condannati a risarcire danni immaginari per oltre 200.000 euro a Ltf , per aver praticato il diritto di resistenza, il diritto alla difesa del proprio territorio dalle invasioni e dallo sventramento.

L’intero Paese è animato da realtà che dissentono con il potere costituito per difendere i bisogni reali delle persone, per rivendicare la fine dello sfruttamento sul proprio corpo, sulla propria aria, sulla propria terra e sulla propria acqua. In tutti questi luoghi si interviene con la repressione per bloccare, intimidire e sedare in partenza ogni scintilla di disobbedienza.

Anche a Firenze assistiamo alla volontà dell’Amministrazione di non dare risposte ai bisogni della collettività e bloccare ogni forma di lotta con l’autoritarismo.
Ricordiamo i 14 no tav che andranno a processo in questa città il 20 maggio e le 30 persone indagate per la manifestazione del 21 dicembre scorso sui temi della crisi.
Sgomberi violenti a danno di bambine/i, donne e uomini dalle occupazioni fatte da chi non ha una casa, multe salate, sospensioni e provvedimenti disciplinari verso le autiste e gli autisti ATAF colpevoli di lottare per salvaguardare un servizio pubblico essenziale come il trasporto e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

La nostra città subisce ogni giorno la negazione dei diritti essenziali dei soggetti più deboli, la demolizione dei diritti nel mondo del lavoro, lo spreco di risorse pubbliche finalizzato a grandi opere come il sottoattraversamento Tav e l’inceneritore di Case Passerini che oltre ad essere inutili sono dannose per il territorio e la salute degli abitanti che lo vivono.

Per il diritto alla resistenza, per estendere la solidarietà, per rilanciare le lotte e contro il limite all’accesso nelle zone proibite della città invitiamo tutte le realtà e le singole persone ad attivarsi e coordinarsi per dar vita ad un ricco calendario di iniziative di sensibilizzazione e avvicinamento al 22 febbraio.

Invitiamo alla diffusione e alla partecipazione dell’appuntamento comune che a Firenze ci vedrà partire alle ore 15:00 da piazza Tasso per poi percorrere le strade del centro e arrivare alla stazione.

Assemblea cittadina di solidarietà al movimento No Tav

prova manifestazione 22-02-2014

#22f NO TAV OVUNQUE: l’unico terrorismo è la speculazione su ambiente ed edilizia

“Mi sono chiesta qualche volta perchè non accontentarmi del privilegio di cittadinanza, avere quasi di sicuro una casa, qualche figlio, qualche modo di mettere la pagnotta a tavola. Ma quando scopri che la libertà e l’umanità sono un’altra cosa, quando ti accorgi che gli unici motori della politica e dei gruppi di potere sono il privilegio e il saccheggio, è troppo tardi per tornare indietro. Sei entrato in un altro mondo, che è dove sono io adesso.
In questo luogo non c’è spazio per coloro che misurano la propria misura morale su codici e leggi. Buttare in strada chi non paga l’affitto o in un lager chi non ha documenti, produrre scorie nucleari, salvare il capitale e distribuire miseria, militarizzare e devastare territori. Tutto a norma di legge, in democrazia.”

Iniziamo con le parole di Chiara, una de* 4 NoTav arrestat* nell’ inchiesta della procura torinese che accusa di terrorismo una delle tantissime azioni legittime di sabotaggio alla fortezza-cantiere TAV di Chiomonte.
Ora i 4 ragazz* si trovano in isolamento e non hanno alcun contatto con altr* detenut*; in più l’accanimento del binomio dei pm Rinaudo-Padalino non si è fermato qui, da diversi giorni gli hanno bloccato anche i colloqui con amici e familiari.
In Valsusa ed in questi momenti di “crisi” dove lo Stato si sente debole e attaccato risponde con accuse di terrorismo a chiunque si oppone alle loro decisioni.
Gli arresti del 9 Giugno servono ad avvisare tutt* gli oppositori.
In tal senso, la difesa dei compagni arrestati e indagati per “terrorismo” non è solo un atto di doverosa solidarietà, ma è la rivendicazione testarda della lotta e delle sue ragioni.
Sabato 22 febbraio il movimento NoTav ha lanciato una giornata di mobilitazione per tutte quelle realtà che resistono e si battono contro lo spreco delle risorse pubbliche, contro la devastazione del territorio, per il diritto alla casa, per un lavoro dignitoso, sicuro e adeguatamente remunerato. Una giornata nazionale di lotta, territorio per territorio in difesa del diritto naturale e costituzionale di opporsi alle scelte governative che tengono solo conto degli interessi dei potenti, delle lobby, delle banche e delle mafie a danno della popolazione.
Una mobilitazione comune contro il delirante utilizzo delle leggi da parte della procura e della magistratura torinese e in solidarietà ai compagni di lotta incarcerati, ai compagni di lotta già condannati, a quella innumerevole schiera di resistenti che ancora deve affrontare il giudizio per aver difeso i beni comuni e il proprio territorio.
Noi vogliamo riprenderci la possibilità di decisione sulle nostre vite e sui nostri territori, non lasceremo in pace chi ancora oggi porta avanti un “progresso” fatto di cemento e interessi di pochi a danno dell’intera comunità.
Il 22 febbraio e non solo saremo in piazza, per le strade ed ovunque sarà necessario a rivendicare il nostro diritto naturale a riprenderci la possibilità di decidere il nostro futuro!
Anche a Mantova il territorio e le risorse pubbliche sono minacciati da speculazioni e cementificazioni. Il polo industriale chiude e lascia immense aree da bonificare che minacciano il diritto alla salute con depositi di amianto o materiali chimici.
Gli spazi pubblici sono determinati unicamente dagli interessi privati, non solo per l’operazione di abbandono dell’ex palazzetto dello sport e l’intervento di Esselunga sulla viabilità, ma anche la desertificazione nei quartieri popolari. Nonostante tutto lo spreco edilizio agevolato dalle attività speculative, molte persone rimangono senza casa e documenti in una situazione di continua ricattabilità.

Come ti sentiresti se per protestare in difesa del territorio, della salute e dei beni comuni ti accusassero di terrorismo?

Spazio Sociale LaBoje! dalla parte delle Montagne!

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Maledetti CLericali… fuori gli omofobi da Palazzo Vecchio! [Domenica 19 Gennaio]

 

Domenica 19 gennaio 2014 a Palazzo Vecchio si svolgerà un’iniziativa assai bizzarra. Il Comune ospiterà infatti una manifestazione e un convegno di Manif Pour Tous, un’espressione della destra clericale che contesta la legge contro l’omo-transfobia.

«Partendo da un sentimento di amore per ogni persona», Manif Pour Tous vuole potere continuare a discriminare gay, lesbiche, bisessuali, trans* ed intersessuali, smerciare odio sociale a basso costo e avvelenare gli animi arrivando a dipingendoci come soggetti pericolosi. Partendo dall’amore, insomma, arrivano direttamente a spacciare paura.

In condizioni ottimali, di piena tutela dei diritti e di eguaglianza tra persone, uno Stato non solo negherebbe le proprie sedi istituzionali per iniziative come questa, ma difenderebbe i propri cittadini dai discorsi di odio e dai fiumi di violenza verbale che si riversano quotidianamente contro lesbiche, gay, bisessuali, trans* e intersessuali.

Invece, mentre noi lavoriamo ogni giorno nelle scuole per prevenire violenza e bullismo, Manif Pour Tous si attrezza per impedirci di prendere parola. Mentre cerchiamo di essere cittadine e cittadini a pieno titolo, con pari diritti, Manif Pour Tous pretende che continuiamo ad essere cittadini a metà. Mentre noi stiamo a contare i nostri morti uccisi dall’odio e dalla violenza, Manif Pour Tous fa bella mostra di sé in un salone rinascimentale.

Inoltre, l’iniziativa di Firenze si affianca a un’iniziativa simile a Roma e segue quelle di Verona, Brescia e Perugia dello scorso autunno. Si inserisce, inoltre, in un percorso quasi intimidatorio che contesta la Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), approvate dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali). Per di più, gode di numerosi appoggi politici, come dimostra la presenza di rappresentanti del Governo quali il ministro Quagliariello e il sottosegretario Toccafondi.

Chiediamo al Comune di Firenze di astenersi dal concedere una sala di alto valore simbolico come il Salone dei Cinquecento o il Salone dei Dugento.
Per questo, domenica, non staremo a guardare, a lasciare che passi anche questa, nell’indifferenza generale. Vogliamo sapere da che parte sta il Comune di Firenze? Da che parte sta il Sindaco di Firenze e Segretario nazionale del Partito Democratico Matteo Renzi?
Il Movimento LGBTI* della Toscana – fatto di associazioni, gruppi informali e singol* attivist*– non rimarrà in silenzio e promuoverà una contromobilitazione. Riteniamo necessaria una risposta pacifica di quella parte della città che crede realmente nel valore delle differenze e del rispetto della dignità umana.”

Questo l’appello a manifestare contro l’omo-transfobia diramato dalle associazioni durante gli scorsi giorni. Invitiamo tutt*, studenti, studentesse e collettivi a diramare la chiamata, a partecipare e portare in piazza le proprie idee e pratiche.

La nostra criticità verso la Legge Scalfarotto, che appare paradossalmente come una concessione alle organizzazioni politiche, religiose e sindacali a poter discriminare, non viene meno, ma riteniamo inaccettabile che l’amministrazione Renzi permetta un convegno simile ad un branco di estremisti cattolici ed omofobi e saremo là per mostrare tutta la nostra contrarietà. Porteremo in piazza le nostre posizioni, contro ogni discriminazione, contro l’appiattimento della lotta all’omofobia sul piano giuridico e lo svilimento delle rivendicazioni: vogliamo pari diritti per tutt*!

Ed a rendere ancor peggiore la posizione dell’amministrazione PD è la presenza del Deputato Pd Fioroni al convegno, accanto a Giovanardi e Quagliarello.

Chiediamo che sia revocata l’autorizzazione per l’utilizzo di Palazzo Vecchio per quest’iniziativa.

Chiediamo una presa di posizione all’amministrazione sulla faccenda.

Invitiamo tutt* a partecipare, LOVE IS FIGHT!

Collettivo di Lettere e Filosofia

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Proprio perché non ci piace, proprio perché siamo curios*

 

Il dibattito e lo spaesamento che le manifestazioni del “Coordinamento 9 Dicembre” avevano scatenato all’interno e fra le varie realtà dei movimenti sociali e della sinistra extraparlamentare ci ha spinto a partecipare alla manifestazione dei “forconi fiorentini”, sperando di capirci qualcosa di più.

Ci aveva colpito nei giorni precedenti una divaricazione estrema fra le posizioni che abbiamo sentito esprimere da chiunque parlasse del fenomeno del momento: c’è chi li vedeva di buon occhio convinto che “tutto, purché si muova”; chi invece, conoscendo il curriculum politico dei coordinatori, li bollava come fascisti e, i più gentili, qualunquisti.
 
Noi in fondo eravamo d’accordo con alcune analisi fatte sulla carta: piccola borghesia in difficoltà, proletariato eterogeneo, impoliticità, insomma tutti sintomi di una crisi che agisce su più livelli. La crisi economica morde, la crisi politica disorienta, la crisi sociale divide gli individui…
 
Ci sono da aggiungere alcune considerazioni, come quelle sull’entità della mobilitazione: i numeri non sono molto elevati, e nessun blocco del traffico sta causando alcun disagio; questo spiega anche il comportamento indulgente delle forze dell’ordine. Comportamento riconducibile anche all’essenziale ideologia che muove questa mobilitazione: un poutpourri nostalgico, patriottista ed in odor di fascismo.
Oggi, quando ci siamo avvicinati al corteo abbiamo temuto il peggio, vedendo confermati i timori sopra espressi. Dietro i due striscioni di apertura che recitavano“L’italia chiama” e “Questa è una bandiera rivoluzionaria” sventolavano tricolori al vento ed i cori nostalgici erano alternati da“Renzi puttana l’hai fatto per la grana” (sic!), “Napolitano la maiala di tu mà”. Un clima non proprio entusiasmante. Sulle prime volevamo alzare i tacchi, la testa era popolata da Casaggì e CasaPound ed il livello dei contenuti davvero rivoltante. Ma ci eravamo armati di un po’ di volantini, anche come pretesto per attaccare bottone, perché non provarci?
 
Arrivati in Fortezza, mentre i più bloccano il traffico, iniziamo a volantinare: veniamo in pochi minuti accerchiati da curiosi che condividono i nostri dubbi. C’è chi è stato cancellato dal gruppo Facebook perché faceva troppe domande scomode, quelli che non capiscono chi decida e cosa si chieda davvero, oltre al classico “se vayan todos”. Altri sono preoccupati per la proposta di nominare una giunta militare al governo… Allora anche chi è in piazza la pensa come noi! Non c’è voluto molto neanche per vederci circondati dagli organizzatori che inizialmente cercano di cacciare un ragazzo con la bandiera della pace (“non vogliamo simboli politici”), subito difeso da altri manifestanti, e poi ci intimano di smettere di volantinare…
 
 
La solidarietà ricevuta da molti dei presenti ci ha convinti della necessità di partecipare alle iniziative di questa mobilitazione, non tanto perché pensiamo che i contenuti che porta possano essere fatti nostri ma in quanto molti dei partecipanti vengono calamitati dalla possibilità di dare sfogo alla rabbia antisistemica. I fascisti cercano di egemonizzare questa protesta, ma c’è una maggioranza di persone che vi partecipano nella speranza di cambiare qualcosa. La nostra istanza di democratizzazione del movimento, affinché si facciano assemblee pubbliche e si elaborino delle proposte condivise, era appoggiata da tutti. Siamo convinti che questa sia la via per impedire ai fascisti di sguazzare nelle proteste contro l’Europa delle banche, dell’austerità, contro un sistema che affama… quella piazza è questo, e le persone che abbiamo incontrato oggi ce lo confermano.
 
Invitiamo tutt* ad aggregarsi a noi, per scardinare le contraddizioni che quella piazza esprime, per estinguere il pericolo delle infiltrazioni fasciste, pericolo da non sottovalutare: quella piazza era piena di giovani, precari, disoccupati, salariati e partite iva. Non è la nostra piazza, ma…
 

Alcuni contributi sul 9 Dicembre

Infoaut 12

ConnessioniPrecarie

Communia-net

Blocchi Precari Metropolitani

IL VOLANTINO DISTRIBUITO QUESTA MATTINA

 

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