Questo week end, dopo una piacevole serata trascorsa con un piccolo aperitivo, la proiezione di un film ed una festa che si è svolta in un clima di socialità, noi studenti e studentesse del Collettivo ci siamo rovinati la colazione leggendo su “La Nazione” e “Repubblica” di “una festa selvaggia e di eccessi” e di un rione in rivolta… beh, ci sembrano dovute alcune precisazioni.
Innanzitutto, a dispetto di quanto affermano i suddetti “giornali”, la festa in questione è durata fino alle 2.30 ed era organizzata attuando il massimo possibile di dialogo con le istituzioni universitarie (la presidenza), come sempre è stato per le feste organizzate dal Collettivo (mentre altri fantomatici “rave” svoltisi nel chiostro non hanno a che fare con noi).
Ci teniamo a precisare che siamo dispiaciuti per i disagi provocati al vicinato, ma mai nessuno dei residenti ci ha contattati, né durante questa festa, né in occasione delle precedenti, e che nonostante tutto abbiamo sempre cercato di diminuire il più possibile i disagi di queste feste cercando di bandire il più possibile le bevande il vetro, tenendo il volume della musica sempre ad un volume tale da non essere udibile dalla piazza antistante, mantenendo aperto l’accesso ai bagni, invitando i presenti ad allontanarsi dalla piazza una volta finita la festa.
Vogliamo sottolineare che i partecipanti alla festa sono per lo più studenti e studentesse della Facoltà di Lettere e Filosofia, e non invasori alieni, da come appaiono descritti negli articoli.
Decliniamo ogni responsabilità per la sporcizia nel parcheggio e le chiazze di urina: come già precisato i bagni sono accessibili e i cestini in mancano. Lo stesso vale per il “baccano” provocato dai “tiratardi” presenti in piazza fino alle 5.
Rivendichiamo invece la necessità, nella nostra Facoltà come in tutte le altre, di organizzare serate di cultura, iniziative sociali e politica autogestite dagli studenti e le studentesse, ed anche serate di questo tipo, che siano semplici aperitivi, concerti o feste perché riteniamo che un’altra socialità, diversa dalla movida e dal divertimentificio che tanto amano invece quegli amministratori della città che ci vorrebbero tutt* dentro dei localini a bere drink costosi ed ascoltare “tormentoni”.
Lo rivendichiamo ancora di più in piazza Brunelleschi, trasformata da anni un vuoto parcheggio, dove tutte le attività sono chiuse e/o fallite nel corso degli anni, proprio perché questa piazza viene considerata un retrobottega da parte dell’amministrazione comunale. Una piazza dove ghettizzare le famiglie di senzatetto additate da giornali e sedicenti comitati di quartiere (che spesso si rivelano gruppetti di residenti con tessera Pdl o Lega) come causa di un degrado che altro non è che il degrado culturale di questa città: senza progetti culturali, sociali ed urbanistici, piegata alle esigenze del Renzi di turno e degli speculatori che si spartiscono le vie e gli immobili più quotati, trasformando alcune aree in vere e proprie vie-vetrine, ed abbandonandone altre da trasformare magari in parcheggi per permettere ad ognuno di parcheggiare vista Duomo.
[una delle foto più significative del reportage]