Il Collettivo, cos’è, chi siamo:
“La rivoluzione è una cosa seria e si fa con allegria.
Cambiamo la vita, prima che la vita ci cambi.”
Siamo studenti e studentesse della Facoltà di Lettere e Filosofia accomunati dalla voglia di cambiare gli spazi che attraversiamo, le relazioni che viviamo, l’università che frequentiamo.
Il Collettivo di Lettere e Filosofia è indipendente da ogni associazione, partito o organizzazione sindacale, è orizzontale, nel senso che ognuno dice quel che pensa e le decisioni sono prese collettivamente, discutendo ed agendo insieme. Il Collettivo è una forma di autorganizzazione e perciò noi tutti e tutte rifiutiamo ogni forma di fascismo, sessismo e razzismo e qualsiasi altra forma di discriminazione.
Il Collettivo di Facoltà nasce col movimento della Pantera e, una generazione dopo l’altra, ha portato avanti i progetti più diversi: dai movimenti studenteschi a quelli contro la guerra, cineforum ed iniziative, battaglie dentro ed intorno all’università, sulle cose più immediate e quotidiane come quelle che ci sembrano lontane.
[per saperne di più: collettivoletterefilosofia.noblogs.org/about/
Elezioni del 21 e 22 Maggio, perché ci candidiamo
Il 21 Maggio dalle 9 alle 19 ed il 22 Maggio dalle ore 9 alle 14 si voterà per il rinnovo delle rappresentanze studentesche nei Consigli di corso di Studi e nei Consigli di Scuola, oltre che negli Organi Centrali d’Ateneo e nel CNSU.
Dopo la riforma dello Statuto d’Ateneo la nostra Facoltà di Lettere e Filosofia e quella di Scienze della Formazione sono state accorpate e denominate Scuola di Scienze Umanistiche e della Formazione. Il Consiglio di Scuola, rispetto al vecchio Consiglio di Facoltà, si ritrova ad essere un organo quasi puramente burocratico, in quanto molte delle sue competenze sono state cedute ai Consigli di Dipartimento.
Gli eletti nei Corsi di Studio andranno ad essere rappresentanti anche nei Consigli di Dipartimento, tramite un discutibile calcolo di voti e crediti di afferenza.
Il nostro Collettivo, a differenza di altri gruppi inter-facoltà, non si presenta negli organi centrali, essendo un Collettivo di Facoltà (o meglio, di Scuola, ormai!), perciò non diamo indicazioni di voto per questi organi.
Il CNSU (Consiglio Nazionale Studenti Universitari) è un un organo inutile per il suo ruolo esclusivamente consultivo, senza alcun potere decisionale. Non è rappresentativo delle realtà locali ed esclude la voce di quelle realtà autorganizzate, spesso maggioritarie (come a Firenze) e che non sono emanazione di alcuna struttura nazionale. Infatti le liste che regolarmente si candidano, sono tutte supportate da una struttura superiore, che ne decide la linea politica, siano questi partiti (Csx ed il Partito Democratico), sindacati (UDU) o organizzazioni religiose (Lista Aperta – Comunione e Liberazione). Per questo motivo infatti il CNSU è di fatto un trampolino per gli aspiranti politici, più interessati a rappresentare nel consiglio le volontà dei partiti o sindacati di riferimento che quella degli studenti.
Per un Collettivo la scelta di partecipare alle elezioni rappresenta sempre il risultato di un lungo e tormentato dibattito che si ripropone puntualmente ogni due anni. Abbiamo deciso di candidarci anche quest’anno, pur riconoscendo come sempre tutte le falle del sistema di rappresentanza così come è organizzato.
Il numero di studenti nei consigli non permette di avere molto peso nelle decisioni che vengono prese (per questo ci asteniamo da proporre mirabolanti programmi elettorali che non potremo mai attuare) né il comportamento decisamente infantile della maggior parte dei docenti invoglia ad intervenire.
In questi anni siamo riusciti ad incidere in più punti sul Piano di Studio del Corso di Laurea in Storia durante il processo di applicazione del D.M. 17, mentre la rappresentante di Lista Aperta continuava ad annuire e a guardare il vuoto. L’anno scorso, invece, abbiamo proposto ed ottenuto di anticipare l’appello di tesi da Novembre ad Ottobre, per permettere ai neolaureati di iscriversi a master e partecipare a concorsi e bandi.
Se è pure vero che il Consiglio di Scuola è un organo quasi totalmente burocratico, ci sono almeno tre buoni motivi per cui pensiamo sia giusto candidarci:
1. Innanzitutto pensiamo sia importante riuscire ad intercettare tutte le informazioni riguardanti la nostra Università (cambiamenti di statuti, regolamenti, apertura e chiusura di Corsi di Studi, scelte sulla gestione degli spazi) e lo possiamo ottenere unicamente partecipando ai Consigli di Dipartimento ed alle Giunte, dove Direttrice e docenti sono obbligati ad esprimere le proprie scelte davanti a noi. Queste informazioni sono utili a tutti gli studenti, e sono quelle che cerchiamo di diffondere con le assemblee di dipartimento, con i volantini e le iniziative.
2. Un altro motivo per cui pensiamo sia importante candidarsi è il non lasciare agibilità politica, spazi di manovra, alle liste che rappresentano emanazioni di partiti o sindacati e soprattutto ai giovani (e non) fascisti. È abbastanza chiaro che questi soggetti si svegliano ogni due anni col semplice intento di mettere in mostra una bandiera e ottenere una bacheca da riempire, chi con simboli di Partito, chi con nostalgici richiami al ventennio fascista. Questa roba in Facoltà non la vogliamo, e votare Collettivo è il modo più semplice per non averla.
3. Il candidarsi in Consiglio di Scuola vuol dire anche esercitare un diritto che è frutto di lotte avviate in passato per il riconoscimento di determinati diritti. Inoltre essere presenti in Consiglio di Dipartimento ti permette di non far passare sotto silenzio scelte o interventi razzisti e bigotti ad opera di estremisti di destra o ferventi cattolici. Spesso abbiamo chiarito come il parlare di tesserini magnetici per entrare in Facoltà e tornelli all’ingresso come allo stadio siano una scelta discriminante e lontana dallo spirito di un’Università pubblica, libera e di massa.
Partecipare alle elezioni studentesche non è la massima aspirazione di un Collettivo, il nostro vero lavoro lo svolgiamo fuori dalla “rappresentanza”, sia all’interno dell’Università, con iniziative quali assemblee, dibattiti, cineforum, mostre fotografiche e pranzi informativi, sia – e soprattutto – fuori dal cancello di Piazza Brunelleschi. Partecipare ai consigli di Corso di Studi e di Scuola è la parte meno interessante delle nostre attività, che spaziano dalle rivendicazioni studentesche alle questioni sociali di maggior rilievo.
Non perdendo la nostra identità lavoriamo con le altre realtà cittadine, coi movimenti locali (sì, siamo quelli che ogni tanto bloccano il traffico) e nazionali (eravamo sempre noi a raccogliere le firme per il referendum sull’acqua o ad organizzare i bus per i cortei in Val Susa o a Roma). Ormai più di quattro anni fa abbiamo partecipato alla nascita del network nazionale dei collettivi AteneinRivolta, così da poter avere una visione più ampia della situazione universitaria, giovanile e sociale, per essere più incisivi nel portare avanti campagne comuni e per affermare contemporaneamente in tutta Italia le nostre rivendicazioni.
Insomma, per concludere, non perderemo tempo e sonno a riempire di manifesti i muri della città con la scritta “Vota Collettivo”, primo perché l’idea di una campagna elettorale basata sulla quantità di carta sprecata è aberrante, secondo perché speriamo che il lavoro che svolgiamo sempre in Facoltà, e non solo per due settimane ogni due anni, sia riconosciuto e condiviso almeno dagli studenti che frequentano l’Università.
Dentro e contro l‘università laureificio.
L’Università dovrebbe essere un luogo di incontro, creazione e diffusione culturale,
strumento per la valorizzazione dell’individuo e lo sviluppo della società. Dovrebbe influen zare le scelte economiche e politiche, e non esserne determinata per scopi privati.
Dopo la sconfitta del movimen to studentesco contro la Gelmi ni, l’università ha subito una ulteriore accelerazione nella sua dequalificazione e trasfor mazione in strumento per il mercato. Il Ministro Profumo, con la sua retorica meritocratica ha introdotto norme che penalizzano i fuoricorso e permette l’aumento indiscriminato delle tasse.
Secondo noi è necessaria una critica totale alla forma ed al ruolo del sistema universitario attuale, figlio del Processo di Bologna e delle riforma sopracitati, perché i saperi che trasmette sono nozionistici, acritici ed inefficaci, perché i tempi che ci impone sono insostenibili, perché i modelli che propone sono fallimentari.
Siamo dentro quest’università ma lottiamo per un’altra: libera, di massa e sociale!
[per saperne di più: “Università e precarietà” un documento propedeutico
La pista cifrata dell’università italiana
Manifesto Dell’Università Clandestina]
Mensa, un non-luogo
L’Università non è solo un’istituzione ma anche una struttura che occupa uno spazio e che si compone di luoghi da frequentare. La mensa fa parte di questi: che sia bella o brutta, antiquata, cadente o rinnovata, la mensa di S. Apollonia viene quotidianamente frequentata da migliaia di studenti
Il disappunto conseguente l’esito della ristrutturazione (per una necessaria manutenzione e per l’insufficienza di sedute) è stato enorme perché tra una ristrutturazione e il non-luogo in cui ci troviamo a passare l’ora del pranzo c’è un’enorme differenza: l’aspetto made in U.S.A. che la mensa, immediatamente, restituisce, un bar in stile autogrill, la disposizione dei tavoli che non ottimizza lo spazio e obbliga alcuni a mangiare col viso contro il muro, la complicazione nella scelta dei menu, il percorso più stretto e tortuoso per arrivare a prendere da mangiare. Salta all’occhio come la ristrutturazione fatta non vada a beneficio di noi studenti: tutti gli accessori, i gadgets che ci circondano ora (poster colorati, frasi evocative, libri alle pareti, televisori al plasma) non sono necessari.
Perché se ho fame e l’università mi mette a disposizione un servizio mi ritrovo ad essere schiava di un meccanismo consumistico? Quale mente distorta può pensare che durante il pranzo in una mensa, momento di massima socializzazione e rilassamento, possa essere possibile la presenza di televisori che trasmettono programmi ininterrottamente, disturbano la conversazione, distolgono dai propri pensieri.
Chi di noi, pensando a una mensa, la riempirebbe degli oggetti di cui è stata riempita? Una mensa è fatta innanzitutto per mangiare e secondariamente, se lo si desidera, per incontrarsi e parlare; tutto ciò che la compone ora, a parte un vago senso estetico, rende S. Apollonia più simile al fast-food: gli oggetti sono accessori da “guardare ma non toccare”, e noi avventori siamo consumatori qualunque da poter stordire con sky e rimpinzare di apparenza.
Stiamo parlando di una mensa universitaria appena ristrutturata dove ci si aspetta che i lavori fatti vadano verso gli studenti, non che servano a sfruttare la loro presenza per produrre capitale; viene da rimpiangere lo stanzone bianco e spoglio in stile ospedaliero di qualche mese fa perché, banalmente, era funzionale al proprio scopo e perché non ci rendeva prede del consumismo ovunque posassimo lo sguardo.
L’Università, l’Ardsu ci vendono per qualche spicciolo e ciò dimostra in che considerazione veniamo tenuti da chi paghiamo per occuparsi della nostra formazione.
Mensa, un luogo
Probabilmente i mesi di lavori e impalcature ci hanno tolto la voglia di alzare la testa e guardarci intorno ma certo è che il complesso di S. Apollonia è meraviglioso, pieno di spazi e sale, al pian terreno e al secondo piano, senza contare il bellissimo cortile, inaccessibili ma reali,.
Tutto questo spazio di chi è?
Potenzialmente di noi studenti dato che il complesso, di proprietà del Demanio, è concesso in usufrutto gratuito alla Regione con il vincolo dell’utilizzo a fini di “Diritto allo Studio Universitario” ma:
· gli spazi del piano terra, totalmente ristrutturati, sono occupati dalla Mediateca toscana, dall’Auditorium e dagli uffici della Fondazione Toscana Spettacolo, senza che vi sia la possibilità dell’utilizzo gratuito da parte degli studenti;
· le stanze del piano superiore sono libere ma non sono mai state ristrutturate sebbene, a detta del Presidente dell’Ardsu, avrebbero dovuto ospitare locali riservati agli studenti.
Quindi: vogliamo poter accedere a questi spazi per utilizzarli come aule studio, anche la sera e nei fine settimana, e sfruttarli per incontri, discussioni, presentazioni di libri o cineforum; vogliamo che i televisori vengano spenti nel rispetto di noi studenti; vogliamo che la mensa acquisti una dimensione più reale, che non resti solo un luogo di passaggio ma torni a essere un luogo di incontro.
Perché la mensa vogliamo frequentarla senza sentirci alienati e frenetici ma vivi e coscienti.
[per saperne di più: collettivoletterefilosofia.noblogs.org/tags/mensa]
Fuori dall‘università
Una parte importante della nostra attività si svolge anche fuori dalle mura universitarie. Pensiamo che lo studente non sia un soggetto dai contorni esattamente delineati: essere studente significa essere lavoratore ( siamo spesso costretti a lavorare parallelamente al nostro percorso di studi, per mantenerci, o comunque alla fine del percorso universitario entreremo nel mercato del lavoro), abitante, precari*, donna etc.. ed inoltre siamo convinti che ciò che viene discusso dentro l’università debba avere uno stretto legame con la società. Per queste ragioni portiamo avanti battaglie legate al quartiere che viviamo, contro il progetto (già in fase di approvazione dalla Giunta Comunale) di parcheggio sotterraneo in piazza Brunelleschi, o contro il Tunnel AV fra Firenze Rifredi e Campo di Marte, o ancora contro i deliri securitari che, a causa di campagne mediatiche perpetrate da LaNazione o LaRepubblica contro “i’ddegrado”, colpiscono indegnamente Rom e persone emarginate dalla società.
La nostra attività si concentra molto sulla costruzione di alternative possibili e necessarie, mettendo in campo l’università che vorremmo: ogni incontro culturale che organizziamo, le presentazioni di libri, le proiezioni ed i dibattiti, sono strumenti di altra formazione, diversa dalla frontale e a-critica lezione universitaria, ma anche strumenti di lotta contro il sistema di crisi in cui viviamo.
MARTEDÌ 21 MAGGIO
ORE 9 – 19
MERCOLEDÌ 22 MAGGIO
ORE 9 – 14
DOVE?
Filosofia: Via Bolognese 52, seggio n°14
Lingue: Via Santa Reparata 93, seggio n°15
Storia e tutela beni…, DAMS: Via Gino Capponi 9, seggio n°17
Tutto il resto: Piazza Brunelleschi 4, seggio n°17
PRENDI PARTE, PARTECIPA AL COLLETTIVO:
Tutti i Giovedì alle 15 ci riuniamo nell“aula Pasolini” nel sottosuolo di Brunelleschi
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