Il Ministro Profumo a Firenze? Non lo vogliamo!

Il 16 Ottobre il Ministro dell’Istruzione Profumo sarà presente a Firenze, quale ospite d’onore, per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Accademia delle Belle Arti. Gli studenti fiorentini, medi e universitari, considerano la sua presenza in città un’inaccettabile provocazione, in quanto il ministro è l’attuale esecutore dell’ormai decennale attacco al diritto allo studio. Il progetto di questo signore è quello di asservire completamente l’istruzione pubblica agli interessi del capitale, usando come spada di Damocle la crisi economica.

Gli ultimi provvedimenti del governo Monti, infatti, parlano chiaro: la spending review, il decreto ministeriale 68/2012 e la cosiddetta riforma Profumo inaspriscono la selezione di classe attraverso nuovi tagli ai finanziamenti pubblici ed alle borse di studio per i meno abbienti, nonché tramite l’aumento indiscriminato delle rette universitarie (dal 25% al 100%) e della tassa regionale per il diritto allo studio (140 € annui in tutti gli atenei italiani). Evidentemente, tali provvedimenti sono in diretta continuità con le politiche dei governi precedenti (sia di centro-destra che di centro-sinistra) e puntano alla creazione di un sistema formativo bipartito: da un lato, istituti d’eccellenza per pochi privilegiati e, dall’altro, il sistematico smantellamento dei servizi sociali e dei diritti per chi non ha i mezzi economici per pagarsi gli studi. Parallelamente, il governo persegue la completa aziendalizzazione di scuole ed università. Si tratta, cioè, di consentire alle aziende private di determinare la forma ed i contenuti della ricerca e della didattica, dequalificando la cultura e piegandola alle proprie esigenze di profitto, per garantirsi la riproduzione di forza lavoro precaria e dequalificata. Gli studenti, in quanto futuri lavoratori, rappresentano niente di più che capitale umano, pronto per essere sfruttato.

 

Questa ristrutturazione autoritaria e classista di scuola ed università si nutre soprattutto di un’offensiva ideologica, basata sui falsi valori di merito e produttività, con cui Profumo in prima persona tenta di legittimare la riproduzione delle disuguaglianze sociali. Ma noi non cadiamo in questa trappola, anzi ribadiamo che  la logica del merito altro non è che la logica del più forte, in una società segnata da profonde differenze di classe tra pochi ricchi e sempre più numerosi poveri, precari e disoccupati.

Siamo, quindi, consapevoli che la politica di Profumo sull’istruzione è tutt’uno con l’austerità, che il governo Monti utilizza per scaricare sulle classi popolari e su tutti i lavoratori i costi della crisi del capitalismo. Socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti è la regola d’oro in questi casi per far ripartire la “crescita”, cioè l’accumulazione di capitale. Infatti, l’ideologia del merito serve per neutralizzare le lotte degli studenti, distinguendoli tra produttivi e parassiti; proprio come la falsa divisione tra garantiti e precari serve per stroncare l’organizzazione unitaria dei lavoratori contro l’attacco all’articolo 18 e la riforma del mercato del lavoro.

Sono questi i motivi che ci hanno spinti a manifestare in piazza il 5 ottobre, a solidarizzare con gli studenti medi dopo il crollo del controsoffitto al liceo Galileo a causa dei tagli all’edilizia scolastica, a confrontarci in partecipate assemblee in ogni facoltà, ad essere solidali con i compagni che hanno subito le feroci cariche della polizia in molte città italiane (avallate dallo stesso Profumo, che vuole meno carote e più bastonate per chi alza la testa).

Per questi motivi il 16 ottobre riteniamo necessario contestare Profumo, anche in prospettiva della costruzione di una più ampia opposizione sociale verso le politiche di gestione della crisi del governo Monti e dell’unione europea. Abbiamo l’occasione, anche qui a Firenze, di muoverci verso la realizzazione di un percorso di mobilitazione che guardi anche al contesto europeo, dove ogni giorno scendono in piazza milioni di persone unite contro i sacrifici imposti.

 

Profumo, resta a casa!

La carota non la vogliamo! I diritti ce li conquistiamo!

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