In questi mesi la mobilitazione in Val di Susa contro la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione ha rappresentato un riferimento costante e un modello da cui prendere spunto per tutti coloro che intendono opporsi alle politiche neoliberiste di uscita dalla “crisi”. L’importanza, simbolica e non solo, della questione TAV è stata chiara fin da subito anche alla controparte che non si è certo risparmiata nel reprimere duramente il movimento (arresti, cariche, continue illegalità da parte delle forze dell’ordine e della magistratura supina ai voleri del governo) e nel cercare di disinformare e di orientare in modo plateale l’opinione pubblica (giornali e televisioni hanno mostrato il loro volto più infame nel dare della vicenda ricostruzioni distorte e a senso unico a favore del governo).
La questione “alta velocità” è diventata quindi una prima linea nella lotta contro le politiche anticrisi del governo Monti, a favore di una reale democrazia e non di una semplice copertura nei confronti di decisioni imposte dall’alto.
La Valsusa è quindi ovunque, in ogni paese e in ogni città. Non solo metaforicamente, però, visto che le dinamiche con cui il potere economico e politico cerca di imporre a una comunità la realizzazione di una grande opera utile soltanto a garantire i profitti di alcune grandi imprese attraverso uno sperpero ingente di denaro pubblico, ancora più odioso se si pensa ai taglia che la crisi impone allo stato sociale e alle pensioni, vengono replicate in molti altri campi.
Inoltre la stessa realizzazione dell’alta velocità non è circoscritta alla sola Valsusa, ma ha interessato, interessa o interesserà tutto il territorio nazionale. Infatti entro poco tempo inzieranno anche a Firenze i lavori per la realizzazione di un tunnel e di una stazione sotterranea proprio per i treni ad alta velocità. Anche in questo caso la logica alla base dell’opera è la stessa che in Valsusa: si tratta di lavori inutili, economicamente insostenibili e pericolosi per i fragili equilibri ambientali e urbanistici di una città come Firenze.
Per questo l’assemblea no-tav di Firenze ha deciso di lanciare un presidio, a partire da lunedì 2 aprile e per i successivi quattro giorni, in Largo Giannarelli (giardini di Viale Malta), contro il sottoattraversamento di Firenze, contro le speculazioni, a fianco della Val di Susa che resiste. Il programma del presidio è il seguente:
– lunedì 2 aprile, ore 21: proiezione di “Fratelli di Tav” e altri video NO-TAV e NO-INCENERITORE
– martedì 3 aprile, dopocena: iniziativa su Pietro Mirabelli e la sicurezza nei cantieri, strage di Viareggio e licenziamento del ferroviere Riccardo Antonini
– mercoledì 4 aprile, dopocena: iniziativa NO-TAV con interventi e video su Valsusa, Firenze, Veneto e Mugello
– giovedì 5 aprile, ore 19: apericena e sottoscrizione per Luca Abbà e serata in solidarietà con la Val di Susa
Tutti giorni alle 19 apericena, collegamento streaming con Radio Blackout, musica, video e tanto altro.
Invitiamo tutti a partecipare
Collettivo di lettere e filosofia Firenze
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