Oggi, Venerdì 16 Marzo, l’auditorium di Sant’Apollonia ha ospitato un’iniziativa della Cgil con la partecipazione speciale di Susanna Camusso. Speciale perchè, nonostante appaia sui giornali con frasi inequivocabili come quelle sul sì alla Tav o le aperture sull’art.18, è riuscita a intervenire nel modo più fumoso possibile, spiegando come la precarietà sia un problema reale, ma senza spiegare come e quando la Cgil si sia battuta per combatterla. Forse puntando sempre e comunque alla concertazione con Governo e Confindustria? Forse isolando quei settori di movimento che riescono ancora a resistere, come la Fiom ed il movimento NoTav?
Dopo aver ascoltato tutti gli interventi dell’assemblea pubblica, da quelli dei precari e delle precarie fino a quelli delle organizzazione politiche e di Susanna Camusso, abbiamo chiesto di intervenire. Anche se inizialmente ci è stato negato, grazie alla determinazione dei compagni e delle compagne presenti, siamo riusciti ad ottenere l’ultimo intervento. A differenza del pubblico dell’auditorium, le nostre parole non sono state ascoltate dalla Segretaria della Cgil, che ha preferito andare a farsi intervistare dai numerosi giornalisti presenti.
Di seguito il testo:
“In questa interessante assemblea pubblica vorremmo dire due parole, anche dato il fatto che di fatto vi stiamo ospitando, dato che questo spazio, pur se affittato a privati, sarebbe vincolato al DSU.
Non ci soffermeremo molto sul tema dell’Università anche se la precarietà sta anche nel classismo del nuovo assetto che da anni sta assumendo l’università stessa.
Citando la lavoratrice di Zara, Maruska, il ruolo della Cgil dovrebbe essere di presenza informatrice, libera e liberatrice: ma la prima cosa che dobbiamo fare è liberarci dalla precarietà, il che non è speranza o utopia, ma l’unico modo per, non solo rendersi conto delle catene che abbiamo, ma più che altro per renderci conto che non siamo soli ad essere incatenati ma che la questione della precarietà non è solo “di generazione” o dei ”giovani”, come spesso abbiamo sentito dire negli interventi.
Noi giovani siamo stati certamente le cavie sulle quali sperimentare le forme atipiche, ma vediamo adesso come l’obiettivo sia quello di “spalmarla” a tutti quanti. Pensiamo a chi già oggi perde il lavoro a 50 anni, o alle donne, soprattutto se madri. Non facciamo l’errore di appiattire la questione sul fattore generazionale, non è così.
E soprattutto dopo questa contro-riforma del lavoro la precarietà sarà estesa a tutti: perché, e qua parlo alla segretaria della Cgil, che pone il tema della precarietà come preliminare, ma cosa sta facendo oggi, in nome della concertazione e dell’unità con Cisl e Uil a tutti i costi? Stiamo vedendo questa linea dove sta portando.
Ci stanno vendendo questa contrattazione come uno “scambio di diritti”, ma se anche passassimo il fatto morale che sui diritti si possa fare uno scambio (cosa sulla quale abbiamo molti dubbi), quello che lei sta facendo è uno scambio totalmente in perdita: qua stanno abolendo la questione generazionale estendendola a tutti e tutte le lavoratrici!
Se il sindacato non riesce a mantenere il Lavoro come diritto: noi tutti e tutte dobbiamo avere il coraggio di parlare di diritto al reddito, diretto ed indiretto! Solo così possiamo abolire il ricatto che ci rende precari. Dobbiamo affermare con forza che “a vivere al di sopra delle proprie possibilità” sono tutti quelli che ancora adesso, soprattutto durante la crisi, fanno profitti sul lavoro, lo sfruttamento e la speculazione. Se quindi mancano i soldi per garantirci i nostri diritti cominciamo a tassare i profitti, a non pagare il debito, a tagliare le spese militari, gli incentivi a pioggia alle imprese (che fin dagli anni 90 sono gli unici che han visto tagliare le tasse), a risparmiarci i soldi per il Tav.
Un ultima parola su questo: nell’introduzione s’è parlato della volontà della Cgil di recuperare il rapporto col territorio: cos’ha da dirci la Camusso sulla Val Susa? Là dove c’è l’unico movimento in Italia che riesce a mantenere caratteri di radicalità e di ampiezza di consenso sul territorio come il NoTav, ha avuto il coraggio di schierarsi con tutto quel partito unico che sta criminalizzando chi lotta non solo per la valle, ed anche contro la Fiom stessa, che ha invitato alla propria manifestazione il movimento valsusino il 9 Marzo scorso. Per tutti noi la lotta dei NoTav è fondamentale perchè oltre che questione ambientale ed economica, è una questione di DEMOCRAZIA.”
[Collettivo Lettere e Filosofia Firenze] Ingresso nell’Auditorium
[Collettivo Lettere e Filosofia Firenze] La Camusso va via quando parlano gli studenti.MOV
[Collettivo Lettere e Filosofia] Intervento all’ass pubblica di “il nostro tempo è adesso”