Tempo di bilanci, tempo di organizzarsi.
L’esperienza di Ateneinrivolta nasce da una lunga stagione di lotte: dalle rivolte studentesche contro la 133 e la riforma Gelmini, alla battaglia contro debito ed austerity. Dalle assemblee dell’Onda alla rivolta di Piazza del Popolo nel Dicembre 2010, abbiamo partecipato alle resistenze per la difesa dell’ambiente e dei beni comuni, contro la costruzione della TAV in Val di Susa e contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali. Abbiamo sostenuto le battaglie in difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, come quelle della Fiat di Pomigliano e Mirafiori. Abbiamo assistito e sostenuto le Rivoluzioni Arabe, come oggi sosteniamo le Rivolte in Grecia contro le misure di austerity imposte per il pagamento del debito odioso.
Eravamo in piazza il 15 ottobre. Abbiamo costruito quella giornata nella speranza che potesse essere la prima giornata di una mobilitazione in grado di superare la frammentazione dei movimenti che invece, proprio quella giornata ha sancito.
Questo autunno è stato segnato da un cambio di governo, l’Europa e gli Stati Uniti guardano con ammirazione al nuovo team di tecnici incaricato di salvare l’Italia dal default. E mentre le borse di tutta Europa controllano che lo spread mantenga dei valori accettabili, sono ancora una volta i lavoratori e le lavoratrici, i precari, gli studenti, le donne e i disoccupati coloro ai quali viene chiesto di pagare il prezzo della crisi. L’aggettivo “tecnico” di questo governo serve a giustificare l’applicazione indiscussa dei diktat che la BCE impone per salvare ancora una volta le banche e i profitti a discapito della democrazia e della giustizia sociale. Dopo i presunti indiscutibili provvedimenti che mettessero “i conti in salvo”, ora ci troviamo ad affrontare la fase due del governo Monti: ai sacrifici si deve aggiungere l’obiettivo della crescita. Il primo passo ha visto il governo impegnato nella liberalizzazione dei servizi, noncurante del fatto che 27 milioni di italiani avessero espresso chiaramente nel referendum del 12 e 13 giugno di volere una gestione pubblica dell’acqua e di tutti i servizi. Come abbiamo già assistito con I treni e le autostrade, ci troveremo con un aumento del costo dei servizi che non necessariamente corrisponderà ad un loro miglioramento.
La prossima mossa, oramai annunciata, prevede la riforma del mercato del lavoro. E se il modello Marchionne è quello a cui il Premier Monti aspira, come da lui dichiarato anche prima di ricoprire questa carica, conosciamo già quali saranno le conseguenze di questa manovra: nessuna garanzia sul posto di lavoro, nessuna possibilità di avere un reddito dignitoso e, quindi, nessuna possibilità di immaginarsi un futuro.
Non abbiamo intenzione di sottostare a questo ricatto, e seguendo lo spirito delle
mobilitazioni in cui siamo nati, vogliamo costruire un movimento contro il pagamento del debito e contro le politiche di austerity. Siamo contro questo governo e siamo dalla parte dei lavoratori, dei precari, degli studenti e delle donne.
Ed è a partire da noi, dalle scuole e dalle università, che intendiamo affrontare lo scenario che abbiamo davanti: ci siamo dati appuntamento il 10 e l’11 Marzo a Firenze per due giorni di assemblee e workshop. Vogliamo partire dall’analisi di questa Università, frutto di 20 anni di riforme che l’hanno resa merce in balia delle esigenze del mercato e del sistema produttivo, e da qui discutere di come organizzarci, per costruire una mobilitazione ampia contro il ricatto del debito e dell’austerity. Dalle università alle scuole, le riforme hanno gravemente attaccato tutto il sistema dell’istruzione e per questo che pensiamo centrale un workshop gestito dagli studenti medi, per condividere analisi ed esperienze e trovare pratiche di lotta comuni.
Abbiamo deciso inoltre di dare ampio spazio alle questioni che riguardano il genere e le identità sessuali, temi che nei nostri collettivi abbiamo sempre affrontato nelle analisi e contribuendo attivamente alle giornate di lotta, ma che mai abbiamo affrontato organicamente come coordinamento di collettivi: l’anticapitalismo e l’antifascismo passano anche per il netto rifiuto ad ogni forma di sessismo e omofobia!
NON SIAMO DISPOSTI A CEDERE AL RICATTO DEL DEBITO,
NON SIAMO NOI CHE DOBBIAMO FARE I SACRIFICI
SIAMO IL 99% E SIAMO IN CREDITO
AteneinRivolta – Coordinamento Nazionale dei Collettivi
Programma dell’ assemblea nazionale dei collettivi :
sabato 10
workshop:
ore 9.00 dalla fabbrica di precarietà all’ università del debito
ore 11.30 organizzare la rivolta dentro e fuori l’ università
pausa pranzo
ore 15.00 organizzazione e pratiche di lotta nella scuola della crisi
ore 17.30 una lettura di genere della crisi del debito
domenica 11
ore 9.30 plenaria conclusiva
– CHI SIAMO
– DOCUMENTO FINALE DELLA TERZA ASSEMBLEA NAZIONALE DI ATENEINRIVOLTA
– Documento conclusivo della seconda assemblea nazionale di AteneinRivolta
– 12 tesi per l’università del Coordinamento dei Collettivi della Sapienza
I contatti per le varie città :
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