Due parole sulle elezioni universitarie

Passato il fatidico giorno delle elezioni, la situazione nelle Facoltà ritorna “normale”. Niente più gadget in regalo, niente più volantini che promettono di cambiare l’Università; anche le bacheche, quelle riempite giusto per l’occasione con manifesti e qualche nome, vengono ricoperte dagli annunci…

Quelli di Lista Aperta, vincitori ufficiali delle elezioni a Lettere, ringraziano con una scritta gigante sulla bacheca, sono contenti: le migliaia di euro spesi per i cartelloni elettorali e le ore di sonno perse ad attacchinare sono state ripagate da ben 4 rappresentanti in consiglio di Facoltà… Beh, lo stesso numero di rappresentanti che abbiamo avuto noi.

Scusateci se non sacrificheremo anche noi tutto lo spazio della bacheca per ringraziarvi, preferiamo utilizzarlo per sponsorizzare il referendum su acqua e nucleare, le iniziative che continueremo a fare nonostante la campagna elettorale sia finita, per propinarvi documenti di analisi a volte troppo lunghi e pesanti.

E’ che, a differenza di altre liste, per noi il periodo elettorale non è il momento più importante della vita in Facoltà, né tantomeno l’unico. Rimane il fatto che comunque un commento è dovuto.

E’ dovuto soprattutto dopo gli spogli dei Corsi di Laurea, sicuramente più influenti sulla didattica di quanto lo sia il consiglio di Facoltà, e che vengono invece sempre trascurati, perchè vengono effettuati quando l’apice dell’attenzione dei media è già calata, perchè trattano numeri più piccoli, vittorie più modeste a livello di immagine.

Una premessa necessaria è che non siamo stupiti di come siano andate queste elezioni, e che le nostre analisi non sono indotte dal fatto che non siamo arrivati primi: due anni fa lo eravamo, e la reazione è stata la stessa. Questa analisi inoltre non può prescindere dal fatto che, come al solito, questo voto ha coinvolto meno del 14% degli studenti iscritti.

E’ proprio la bassa affluenza alle urne che permette a liste come quella di Centrodestra per l’Università, un’insolità alleanza tra fascitelli patriottici e secessionisti padani (insolita perché il collante, Studenti per le Libertà, correva da sola), di riuscire ad essere elette.

Nel complesso è rassicurante che la maggioranza assoluta dei votanti abbia messo una X su una

lista con un nome di Sinistra (e non stiamo contando neanche quelli che si chiamano Centrosinistra per l’Università); considerare il fatto che Sinistra Universitaria – Udu non sia effettivamente una lista di sinistra e che non sia neanche una lista degna di tal nome è un passaggio che richiederebbe una conoscenza delle dinamiche in fase di voto che purtroppo non esiste.

 

Abbiamo aspettato a fare uscire questo commento perchè gli spogli sono avvenuti il giorno 12/04/2011. Come è andata? Il Collettivo di Lettere e Filosofia ha visto eleggere tutti i candidati che aveva proposto. Riassumeremo quindi tutti i rappresentanti eletti:

Consiglio di Facoltà: Sara Migaleddu, Antonio Carnevale, Sabina Gala, Samuele De Santis.

Consiglio di Corso di Laurea in DAMS e magistrale in Musicologia e Beni Musicali: Sabina Gala, Sara Migaleddu.

Consiglio di Corso di Laurea in Filosofia e magistrale in Scienze Filosofiche, Logica, Filosofia e Storia della Scienza: Samuele De Santis.

Consiglio di Corso di Laurea in Lingue, letterature e studi interculturali e magistrale in Lingue e letterature europee ed americane: Francesca Cervelli.

Consiglio di Corso di Laurea in Storia e tutela dei beni archeologici, artistici, archivistici e librari: Linda Stella Diana Gala, Leone Santi.

Consiglio di Corso di Laurea in Storia e magistrale in Scienze Storiche: Andrea Tanturli, Giorgio Ridolfi, Antonio Carnevale.

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2 risposte a Due parole sulle elezioni universitarie

  1. collettivo di lettere e filosofia - firenze scrive:

    Noi i dati li abbiamo analizzati, e avevamo immaginato che sarebbe successo proprio questo. Detto ciò, non penso che sia importante per una lista vincere le elezioni quanto continuare a fare il lavoro che ha sempre fatto (se l’ha fatto).
    Non ci sentiamo affatto sconfitti, i risultati ci dicono che la maggioranza dei votanti vota ancora a sinistra, e la conoscenza dei fatti ci rassicura sul fatto che i voti dati al Collettivo sono molto più sentiti… Quei 40 voti che ci separano (se non vogliamo contare il nostro numero di membri attivi e il vostro che già basterebbe a colmare il gap) possono anche essere identificati in quelli che avete portato alle urne la mattina stessa senza averli mai visti. Senza contare il fatto, come già scritto, che voi non avete un avversario in Facoltà, non rappresentate un orientamento politico, noi avevamo un’altra lista che si chiama “Sinistra Universitaria”
    Per quanto mi riguarda comunque, il periodo elettorale rimane una cosa indegna, dove, come ogni due anni abbiamo letto promesse che non saranno mai mantenute, grande spreco di carta e di gadget. Noi il lavoro in Facoltà e nei Corsi di Laurea l’abbiamo sempre fatto, l’unica cosa è che non sbandieriamo vittorie di Pirro né modifiche ai nuovi ordinamenti suggerite da noi.
    Come avrai potuto notare siamo gli unici che hanno già fatto un’iniziativa dopo le elezioni, e ne abbiamo un’altra il 18… Oltre alle bacheche, i pranzi informativi che facciamo sono il metodo più diretto che abbiamo per comunicare con gli studenti, e non ne facciamo pochi.
    Il nostro calo di voti è dovuto semplicemente al fatto che quest’anno non c’è stata una nuova “Onda”, oltre al fatto che non abbiamo attacchinato manifesti elettorali, e che abbiamo candidato solamente persone che avrebbero potuto svolgere veramente il lavoro se elette…
    Per quanto riguarda il nostro rilancio, non penso che ne abbiamo bisogno, siamo molto presenti, cercheremo di fare sempre di più, ma non con l’obiettivo di vincere le elezioni. Quello per noi è la conseguenza, non il motivo!

  2. Luca Socci scrive:

    Scusate se mi permetto, ma in questo post non giudicate il risultato delle elezioni. Va bene che voi vi smarcate da quelle che chiamate “logiche elettorali” ma se vi candidate e poi non guardate in faccia i dati siete astratti. Vi vorrei far notare alcune cose:
    1. Siete l’unica lista insieme a noi che è effettivamente presente a Lettere. Eppure non avete voluto incontrare gli studenti in questo passato mese per raccontare cosa avete fatto e cosa proponete. Ma a chi ha a cuore la propria proposta politica un momento come quello della campagna non può non interessare: è infatti in quei giorni che gli studenti hanno più voglia di capire cosa succede e cosa vuol dire eleggere dei rappresentanti. Inutile poi prendersela con la grande fetta di astenuti se non si va a incontrarli nel momento di loro maggiore disponibilità.
    2. La cosiddetta “campagna” viene da un’attenzione alla realtà: ci sono le elezioni, si elaborano nuove proposte e ci si presenta col desiderio di coinvolgere più persone possibili in un lavoro comune. Non si può invece pretendere che tutti gli studenti stiano tutto il giorno a guardare quello che scriviamo sulle bacheche se prima non ci giochiamo quotidianamente la nostra faccia davanti a tutti. E la ragione per metterci la propria faccia è che io mi sento protagonista costruttore di questa Facoltà. Ognuno può sentirsi così, anche se non su candida. Per questo noi guardiamo a ogni voto preso come a un volto incontrato. È il metodo che noi seguiamo:partire e promuovere la persona
    3. Tante persone quest’anno ci hanno votato per il programma che abbiamo presentato, riconoscendolo una proposta interessante per migliorare la Facoltà. Stimo che voi vi impegnate per il referendum sull’acqua e sul nucleare ( anche io mi sto informando per capire se votare e cosa votare), ma se non partite dalla prima realtà che vivete, la Facoltà, verrete sempre più percepiti distanti dagli studenti. Invece cominciarea a guardare in faccia i problemi della Facoltà e inventarsi strade per risolverli fa fare un’esperienza tale per cui uno capisce che la preoccupazione politica è intrinseca a ogni persona. In forza di questa scoperta, potrò allora interessarmi qualsiasi tematica, sapendo che è un’occasione perché io cresca come persona.
    4. Corollario: scendere in campo con la passione di verificare in prima persona la consistenza delle proprie proposte si accompagna anche a un nuovo interesse per chiunque sì inviterà. L’altro infatti, che sia concorde o meno con noi, diviene la possibilità di compiere sempre un passo. Questo purtroppo vi manca ed è la ragione per cui vivete sempre una rabbia nei confronti di tutte le altre liste. Vi invito però a guardare se produrre come unico manifesto di questo periodo quello “se li conosci li eviti” sia qualcosa di realmente interessante innanzitutto per voi. Che proposta è? Cosa costruisce? Non ho il problema che lo facciate, mi chiedo solo se davvero non avete anche altre cosa da dire agli studenti. Siccome so che le avete, mi dispiace che non le abbiate spese: è stato un di meno per tutti.

    Penso che il vostro calo di voti possa essere letto come un invito a rilanciarvi nella Facoltà giocando a tutto campo le ragioni delle vostre posizioni e di vostri giudizi.
    Io personalmente vi aspetto per un vero confronto e, perché no?, una collaborazione, dove possibile.

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